Eterotopia Laboratorio Navigante

 

Michel Foucault definisce le eterotopie come “utopie situate”, luoghi diversi, che si contrappongono a tutti gli altri -spesso come loro negazione- e che rimangono tuttavia luoghi reali. Un' eterotopia è uno "spazio altro" in cui diventa possibile ciò che di norma non si ritiene tale; Foucault individua nella nave "l'eterotopia somma".

« Se si pensa che dopotutto un battello è un frammento di spazio galleggiante, un luogo senza luogo e che è affidato al contempo all'infinità del mare e che, di porto in porto, …da una casa chiusa all'altra, si spinge fino alle colonie per cercare ciò che esse nascondono di più prezioso nei loro giardini, voi comprendete perché il battello è stato per la nostra cultura non solo il più grande strumento dello sviluppo economico, ma anche la riserva più grande dell'immaginazione. Il naviglio è l'eterotopia per eccellenza. Nelle civiltà senza battelli i sogni inaridiscono, lo spionaggio rimpiazza l'avventura, e la polizia i corsari »

Per queste straordinarie proprietà del vettore navale l'associazione Eterotopia propone di agire tramite l'utilizzo di una barca a vela, una terra derivante, su cui ogni soggetto può ridefinire il proprio ruolo all'interno di un microcosmo galleggiante, liberandosi dallo stigma che il vivere a terra spesso ci impone, affermando le proprie potenzialità positive ed affrontando le criticità individuali attraverso il confronto e la relazione con il resto dell'equipaggio e dell'ambiente naturale.