MANIFESTO DEL PICCOLO CABOTAGGIO
Il piccolo cabotaggio è quell'attività di navigazione svolta tra porti vicini con piccole imbarcazioni; in un'epoca in cui tutto si basa sul trasporto delle merci da un capo all'altro del pianeta con enormi navi che non si fermano mai, tale attività minore è quasi irrilevante tanto che l'espressione “piccolo cabotaggio” ha assunto un senso figurato di cosa di poco conto.
L'ossessione globalista onnivora della società del capitale muove le eliche di navi sempre più grandi ma con sempre meno persone a bordo, navi che non entrano più nella maggior parte dei porti tanto sono grandi, navi che non mettono in contatto nessuno ma che spostano immense quantità di merci e con il loro continuo navigare tengono a galla il pazzo sistema in cui viviamo.
Nel piccolo cabotaggio invece, le barche sono piccole, viaggiano lente, scelgono la rotta in base alla meteo, sono portatrici sane di contatto umano perché, di porto in porto, creano scambio di parole, idee e anche cose, perché no.
L'uomo in fondo è un essere limitato, non ha sensi particolarmente sviluppati, non può volare, non può nuotare come un pesce né respirare sotto l'acqua, va lento, è vulnerabile, ma può riflettere. Quale migliore condizione di uno spostarsi lentamente per esercitare il pensiero, incontrare persone e costruire relazione e confronto?
Dal finestrino di un'auto, di un treno o dell'aereo un albero scorre via presto, in un viaggio in barca a vela il paesaggio scorre si, ma lentamente, offre il tempo per un pensiero, un battibecco, una curiosità o un sogno. Un elogio alla lentezza attraverso cui mettere al bando il fare indaffarato, il feticismo nautico e molti luoghi comuni.
Evviva allora il piccolo cabotaggio! Il viaggio a misura d'uomo, lo spostarsi poco ma consapevolmente alla scoperta della semplicità e della curiosità del mondo prossimo a noi.
Perché, oggi più che mai, diventa importantissimo riprendere una riflessione sul mondo che ci circonda nel senso più stretto e letterale del termine, farlo in maniera condivisa e ponderata, scegliendo parole che sappiano raccontare una geografia diversa in cui l'uomo è solo una parte marginale.
Per farlo dobbiamo cominciare a praticare un modo diverso di abitare il pianeta, contestare l'impostazione antropocentrica, scegliere di pensarci soltanto parte del tutto e dunque osservare attenti per poi raccontare il paesaggio non più come frutto delle interazioni tra uomo e spazio nel tempo ma come frutto delle interazioni tra tutte le creature viventi e lo spazio e in quel posto così pensato trovare lo spazio anche per noi.
Evviva il piccolo cabotaggio è dunque un progetto di viaggio ma non solo, è l'idea ambiziosa di creare scambio e confronto e attraverso l'esperienza lenta, curiosa e paziente di conoscenza condivisa, una visione di futuro.