In mare non ci sono taverne

Il mare è l'elemento fondamentale sul quale vive la nostra associazione; quando navighiamo, quando facciamo laboratori con le scuole, quando fantastichiamo di progetti e attività future...solchiamo l'acqua di continuo, con la barca e con l'immaginazione, e senza questa attitudine, nostra e dei nostri amici e compagni di viaggio, Eterotopia non avrebbe motivo di esistere.

Eppure a volte diamo forse per scontato che questo nostro navigare ha pure una condizione imprescindibile, per quanto banale: stare in mare ha senso perché esiste una terra, luogo da cui partire e in cui approdare; terra da conoscere, da collegare attraverso una rotta, terra che comunque, per quanto possiamo stare a largo, resta il nostro ambiente naturale del quale non possiamo fare a meno, anche solo per i nostri bisogni umani più elementari.

Chi naviga sa bene che in mare non ci sono taverne; in un incomprensibile gioco di fughe e ricongiungimenti, il momento dell'approdo è il più desiderato dal marinaio; la terra ha una duplice valenza, può rappresentare il pericolo, a volte, ma sempre, alla fine dei giochi, rappresenta la protezione, la salvezza.

Ogni anno, soprattutto nei mesi estivi, navigando sotto costa ci ritroviamo ad assistere dal mare ad un macabro spettacolo:decine di roghi, terra che brucia, fuliggine che ci nevica addosso; puntualmente assistiamo attoniti, con l'angoscia ed il senso di impotenza che ci riempiono il cuore e i canadair che ci sfrecciano sulla testa. E tanta rabbia, perché controllando quotidianamente il meteo sappiamo anche quando sarà più facile aspettarsi che vengano appiccate le fiamme, e non sbagliamo quasi mai... sappiamo bene che, come la controlliamo noi, la meteo, la controllano altri; e allora sono chiari sia il dolo nel bruciare sia quello nel non prendere provvedimenti da parte di chi dovrebbe.

Ieri però è successa una cosa straordinaria: in tutta l'isola a migliaia si sono mobilitati per protestare contro lo scempio dei roghi; abbiamo scoperto che sono tante le associazioni che, già da un po', hanno iniziato ad organizzarsi per fare sentire la propria voce e pretendere che venga messa la parola fine a questa storia di abuso e ingiustizia. E il senso di impotenza ha lasciato un po' di spazio alla speranza che qualcosa finalmente sia possibile fare, che ci siano finalmente un luogo di incontro ed un cammino comune ai quali unirsi; così ieri abbiamo mollato gli ormeggi per dirigerci a vele spiegate verso questo nuovo approdo comune che ci piace un sacco e abbiamo dato fondo a pochi metri da una spiaggia in cui decine di persone si riunivano per dire basta in maniera pacifica e allegra al nero e alla distruzione della cenere.

Dalla rada anche noi abbiamo voluto ribadire i concetti che ci stanno a cuore, insieme a quanti si sono mobilitati anche noi abbiamo gridato: “Basta Roghi!” perché la natura ed il territorio vanno protetti, perché una terra dove è condiviso il rispetto per tutti gli esseri viventi è un luogo più bello e sicuro dove approdare.

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