Disarmare le vele, preparare la barca e gli animi ai mesi di manutenzione a terra, una pizza con i nostri soci “storici” per salutarci e darci appuntamento in mare in primavera, sono cose che danno questa volta, per la prima volta in cinque anni, la percezione del tempo che scorre e dell'arrivo del momento in cui fare il punto, riprendere le energie (varrà più per la barca che per noi), pianificare le rotte future.
Viva si godrà le meritate cure e riposo dopo averci fedelmente accompagnato in tutte le avventure dell'ultimo anno e mezzo: c'è stato il giro di Sicilia con i ragazzi degli Ussm di Palermo e Catania, insieme a Francesca ed a Centro Koros, Viva è stata guscio sicuro in navigazione, ventre accogliente nei momenti di stare insieme per noi, i ragazzi, e per tutte le persone che sono salite a bordo e che oggi arricchiscono una rete di relazioni e conoscenze che rende più bello il nostro vivere su questa isola.
E' passato un anno dal nostro ritorno a Palermo e in questi giorni stiamo facendo il possibile per mollare nuovamente gli ormeggi!
C'è stato il sogno di prepararsi per partecipare ad una regata con i nostri soci storici e più affezionati di cui sopra...ci siamo purtroppo scontrati con la ristrettezza dei fondi, abbiamo comunque iniziato ad allenarci in mare, l'equipaggio è cresciuto e si è arricchito di baldi giovani ed architetti...ci siamo lasciati ieri sera più determinati che mai...determinati soprattutto a navigare e ridere insieme, più che a soddisfare velleità agonistiche; ma ve lo immaginate voi, un equipaggio come il nostro al giro di boa in mezzo a questi regatanti col mezzo guantino? Noi si è proprio per questo siamo decisi a farlo.
C'è stata la realizzazione, così per un colpo di fortuna, di un altro dei nostri bizzarri sogni: provare a dimostrare che gli esseri umani, quando si spogliano dei fronzoli e preconcetti che creano muri, sono in grado di costruire luoghi di incontro, punti di contatto che vanno al di là della lingua parlata e della nazionalità. Tutto questo navigando sulla costa siciliana tra Palermo e Mazara, sul limite meridionale dell'Europa, sul quel mare che è stato ponte e che oggi è confine invalicabile.
E così abbiamo giocato con la lingua, prendendo spunto dal Sabir, la vecchia lingua franca del Mediterraneo, e ce ne siamo inventata una nuova, o almeno abbiamo iniziato: due equipaggi composti da persone da quattro continenti, due barche che hanno navigato insieme, una troupe di documentaristi che ha conosciuto il nostro progetto Sabir on Board ed ha voluto aiutarci a realizzarlo e documentarlo...
E' stata un'esperienza fortissima.
Ci vorrebbero pagine e pagine di diario per descrivere in quali modi.
Adesso abbiamo il nostro vocabolario da riempire e quindi dovremo partire ancora, prima o poi...chissà..
Intanto con Tanimar, Lorenzo ed Emanuela, abbiamo ritrovato il piacere della navigazione di conserva, e così anche nei nuovi progetti in cantiere oramai si fa affidamento su questa flotta dell'estremo sud tra Lampedusa, Palermo e Catania.
E poi c'è stato l'incontro con la cooperativa il Canto di Los, una collaborazione di quelle belle fatte di intesa e spontaneità, il progetto “Il viaggio è nella testa” che muove finalmente i primi passi, nuovi ragazzi che salgono a bordo e che giorno dopo giorno prendono confidenza con la barca, imparano a fare equipaggio per essere pronti a mollare gli ormeggi in primavera.
Forse proprio per tutto quanto scritto, quest'anno c'è questa sensazione nuova di mettersi in pausa, di dover fare il punto della situazione: gli ultimi mesi sono stati i più pieni e significativi da quando esiste Eterotopia e adesso è il momento di metabolizzare, fare tesoro di tutto e andare avanti con questo bagaglio più pieno.